E' bene dirlo subito: Gerald's Game (produzione Netflix del 2017) sorprenderà positivamente i lettori del romanzo di King, data la fedeltà con l'opera originale. Già di per sé il libro (pubblicato nell'ormai lontano 1992) rappresenta un qualcosa di atipico rispetto a quanto ci ha abituati Stephen King, seppur riuscendo a mantenere sempre la caratterizzazione dei personaggi che lo contraddistingue, fino a quella capacità di far immedesimare il lettore nel disagio psicologico e la paura dei protagonisti. In questa trasposizione, in maniera un po' diversa rispetto al libro, si riesce comunque a far capire la personalità, gli incubi e i demoni interni di cui non si potrà mai liberare la protagonista. Il tutto condito da due attori all'altezza con monologhi credibili (bravo Bruce Greenwood, bravissima Carla Gugino), una bella casa isolata in riva al lago, problemi di molte coppie e quelle presenze da scoprire (reali o no?); tutti questi elementi rendono la pellicola un bellissimo e godibilissimo thriller/horror che non ha bisogno di jumpscare per sorprendere, grazie alla forte presenza psicologica ed un crescendo di tensione. Nonostante il film sia praticamente quasi tutto ambientato in una camera da letto, i 103 minuti diretti da Mike Flanagan (dopo il buon Ouija-L'origine del Male), scorrono via senza accorgersene; nel suo piccolo probabilmente uno dei più riusciti adattamenti dai libri del Maestro King ed tra i prodotti offerti in questa annata 2017 da Netflix. rece by Spike (In basso il trailer anche in HD)
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Ormai saranno uscite un numero infinito di recensioni e avrete già letto di tutto e di più riguardo la quindicesima pellicola Marvel ambientata nell'MCU ...e questo mi permette di essere più “libero” e scrivere a ruota libera, senza un preciso ordine, tutte le cose che mi vengono in mente. Dunque, inutile soffermarsi su quanto sia adorabile, dolce e coccoloso Baby Groot (sempre doppiato da Vin Diesel) e di come i suoi siparietti comici risultino “naturali” e mai fastidiosamente forzati, visto che è a tutti gli effetti un “cucciolo” (dopo la sua rinascita alla fine del primo capitolo) e i suoi comportamenti sono a tutti gli effetti quelli di un bambino... ecco, alla fine ne ho parlato! A parte ciò, non è mia intenzione parlare schematicamente della pellicola, di tutte le new entry, ecc... ma semplicemente soffermarmi sulle cose che ho più/meno apprezzato. MI E' PIACIUTO: Sylvester Stallone! Si, ok, sono un fazioso di Sly, ma il successo che ha avuto il personaggio di Stakar anche tra la stragrande maggioranza del pubblico mi fa rendere conto del fatto che probabilmente non sia stato l'unico ad apprezzare il lavoro fatto dall'attore. Stallone è uno di quegli attori che ormai (a 70 anni, e con 40 di esperienza!) riesce a dare carisma e rilevanza a qualsiasi personaggio interpreti, anche a discapito di un minutaggio ridotto. Da quello che abbiamo capito Stakar è un pezzo grosso tra i Ravager, e dalle battute scambiate con Yondu ci rendiamo conto che è anche molto rispettato...insomma, un vero è proprio Sly-Galattico; GOTGVol.2 lascia inevitabilmente la voglia di scoprire molto di più su questo personaggio, e anche dalle recenti parole di James Gunn ci rendiamo conto che il regista ha dei piani ben precisi per lui. Una cosa è certa: ormai vogl...anzi, ESIGO di rivedere Stakar nei prossimi film Marvel, e magari non solo nel Vol.3 dei Guardiani! MI E PIACIUTO: Yondu! non è possibile non soffermarsi su quella che è stata senza dubbio una delle sorprese della pellicola; questo sequel ha dato a tutti l'opportunità di approfondire un personaggio piuttosto “ambiguo” nella pellicola del 2014, un personaggio protagonista questa volta di una evoluzione dai risvolti anche commoventi. Michael Rooker con la sua faccia da burbero riesce a caratterizzare al meglio uno Yondu che probabilmente in pochi si aspettavano, con una interpretazione che riesce a valorizzare le mille sfaccettature del personaggio. Non dimentichiamo inoltre che nei fumetti lo stesso Yondu (insieme anche a Stakar!) è uno dei componenti della primissima formazione dei Guardiani della Galassia...dunque, non un personaggio da poco. NON MI E' PIACIUTO: Meno bello il trattamento riservato al resto dei Ravagers, che avevano terminato quasi da “eroi” nella prima pellicola; in fondo si tratta di una scelta funzionale al resto della sceneggiatura, anche se probabilmente gestibile in maniera diversa. MI E' PIACIUTO: la capacita del regista di affrontare un film corale. Se in Guardiani della Galassia Vol.1 il compito primario era quello di introdurre e presentarci tutti i protagonisti, nel Vol.2 c'è quello di andare a fondo, di approfondire, e James Gunn riesce benissimo anche in questo, fornendo elementi aggiuntivi non da poco che permettono ancora di più di conoscere le personalità dei nostri eroi; il tutto senza mai gravare sul ritmo della pellicola. Per fare ciò, il regista punta ad un “gioco delle coppie” con accoppiate anche piuttosto insolite: Gamora – Nebula (e ci sta) Rocket – Yondu (gran bella sorpresa) Drax – Mantis (insolita, ma funziona!) StarLord – Ego (ovviamente -Kurt Russell) ...tutte ben riuscite. NON MI E' PIACIUTO: la colonna sonora. Stiamo calmi... la colonna sonora non è affatto male,anzi, semplicemente l'ho trovata meno incisiva e memorabile della prima pellicola, con brani che rimangono meno impressi dopo la proiezione. Probabilmente avrei soltanto bisogno di rivedere il film, o magari di mettere in macchina fino a farlo consumare il cd della colonna sonora (come successo per il primo capitolo)...spero di essermi sbagliato, ma non credo. MI E' PIACIUTO: il villain. Si sa, i cattivi non sono mai stati il pezzo forte delle pellicole dell'MCU (fatta eccezione per Loki) ma questa volta si è riuscito a fare qualcosa di interessante, con un villain (assolutamente non rivelabile) inaspettato. Il personaggio oltre ad essere ben interpretato e fornito del necessario background, ha la straordinaria capacità di farsi odiare e disprezzare come pochi altri, ma senza essere stereotipato, anzi. MI E' PIACIUTO/ NON MI E' PIACIUTO: i mancati collegamenti col resto del MarvelCinematicUniverse. A dire il vero davanti ad un film così ben realizzato non me ne può fregar di meno se non ci sono collegamenti, anzi, è la prova che tutta la baracca regge benissimo anche senza doversi appoggiare a citazioni, camei o quant'altro. Non si è sentita affatto la mancanza di ulteriori sottotrame che si sarebbero incrociate con le prossime pellicole Marvel, e non ci sono riferimenti neanche nelle cinque scene post-credits...ma allora perchè non mi è piaciuto? Non mi è piaciuto perchè la mia parte iper-faziosa del “grande PROGETTO Marvel” avrebbe voluto gia avere qualche anticipazione sul futuro “incrocio” tra i Guardiani e gli Avengers... ma in fondo, è andata benissimo così. NON MI E' PIACIUTO: una scena. Il modo piuttosto forzato in cui uno dei protagonisti fa una “scoperta” importante.
MI E' PIACIUTO/ NON MI E' PIACIUTO: lo svolgimento della trama. Non mi è piaciuto perchè alla fine del primo tempo ho pensato: “si, tutto molto bello...ma quindi? Di che parla il film? Dove vuole andare a parare?? Qual è la storia??” Mi è piaciuto perchè da un momento all'altro, come un macigno, ci viene scagliato in faccia tutto! Tutto ciò che si è visto fino a quel momento acquisisce improvvisamente un senso, e da lì è tutto un crescendo fino al finale! Una scelta azzeccata per non rendere la storia un qualcosa di già visto. Insomma, Guardiani della Galassia Vol.2 è migliore o peggiore del suo predecessore? Premettendo che l'unica eccezione nell'MCU di sequel migliore rimane al momento solo quella di Captain America (The Winter Soldier è stato FAVOLOSO.) e che parlando di Grandi film (come il Vol.1 nel suo genere) i casi sono quasi nulli (mi vengono in mente solo Terminator 2 e Aliens-Scontro Finale) questo Vol.2 riesce nel difficilissimo compito di eguagliare il suo predecessore; un sequel che assolutamente non delude le aspettative e che farà la gioia sia di grandi che piccini. [In basso, il trailer del film anche in HD!] Il trailer con il numero più alto di dislike su YouTube! Schifezza? Porcata? Irrispettoso verso l'originale? Una “cagata pazzesca”?? …sarebbe stato bello se certi giudizi fossero stati dati DOPO l'uscita del film, ma se così fosse stato probabilmente non li avremmo mai letti. Questo Ghostbusters al femminile era un film da evitare? ...verrebbe da rispondere Si visto il numero spropositato di haters (o meglio dire imbecilli), ma senza questi la risposta sarebbe un grandissimo “ma anche no!” Paul Feig, non nuovo a commedie al femminile, si è fatto carico di questa gran bella responsabilità e, contro tutto e tutti, è riuscito a portare nelle sale questo Ghostbuster a tinte rosa; non si tratta di un reboot, non si tratta di un remake... ma semplicemente di una nuova, odierna versione al femminile di una pellicola di successo uscita nelle sale oltre 30 anni fa. Ovviamente nell'attesa infinita di un terzo capitolo della saga originale o di un vociferato reboot (maschile), TUTTI avranno storto il naso di fronte all'annuncio di questo progetto, ma tutto l'odio esasperato si è rivelato quanto mai stupido ed ingiustificato. La trama di Ghostbusters è analoga al suo originale ed il cast è composto da 4 attrici/comiche statunitensi di buonissima fattura come Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Kate McKinnon e Leslie Jones. Certo, non si può dire che la sceneggiatura sia tra le più originali e che la pellicola sia esente da difetti, ma il regista è stato in grado di dare una propria identità al suo prodotto; le quattro protagoniste sono Sì ispirate alle loro controparti maschili, ma ci vuole ben poco durante la visione per accantonare il ricordo di questi. Abby, Erin, Jillian e Patty (i loro nomi nel film) hanno una propria personalità e una propria caratterizzazione che non pretendono affatto riproporre il “passato”, anche perchè le esilaranti dinamiche tra un gruppo di uomini degli anni 80 non potrebbero mai essere minimamente paragonabili a quelle altrettanto irriverenti di un gruppo di donne nel 2016. La nota molto lieta del film è proprio questa: si ride e si ride tanto! L'alchimia tra le protagoniste, complice anche un inedito Chris Hemsworth perfettamente a proprio agio anche senza martello, in un ruolo comico, non ci mette molto a venire alla luce, e l'intrattenimento risulta valido soprattutto quando al termine della pellicola ci si rende conto di essersi divertiti per più di 2 ore (133 minuti, versione integrale.). I colori della pellicola sono sgargianti ma senza esagerare, gli effetti speciali sono molto buoni e le musiche, un mix tra passato e presente, con rivisitazioni necessarie ed inevitabili, accompagnano senza sbavature un film con il giusto tasso di azione pressochè esente da passaggi “morti”. Certo, oltre al lato estetico del film, qualcosa di più al livello di trama ed intreccio poteva essere fatto, come ad esempio quello dare un background più ampio ed approfondito e motivazioni più valide al villain di turno (nulla di più di quelle del Lex Luthor di BvS!?!), che risulta facilmente dimendicabile. D'altronde è difficile credere che la pellicola sia stata partorita con l'intento di prendersi troppo sul serio, ma quello principale, cioè di intrattenere e divertire, può ritenersi ampiamente raggiunto; inoltre Ghostbuster riesce nel difficile compito di lasciare nello spettatore la voglia di rivedere ancora all'azione le quattro divertenti e sgangherate acchiappafantasmi: sarebbe bello (vista anche la scena dopo i titoli di coda) immaginarsi un sequel... ma purtroppo è una cosa che quasi sicuramente non accadrà. I camei del vecchio cast poi, è come se avessero voluto dare il consenso a questo nuovo progetto, ma non sono stati sufficientemente utili a placare le ire (??) dei già citati haters. In definitiva, Ghostbusters si è rivelato un'occasione persa, ma non da chi ha scritto e diretto la pellicola, bensì da quelle centinaia di migliaia di persone che probabilmente tra qualche anno, visionando finalmente la pellicola, si guarderanno indietro e si renderanno conto di aver preventivamente stroncato un prodotto coraggioso e rispettoso verso i fan della vecchia saga, che avrebbe potuto dare vita ad una nuova divertente ed esilarante saga. Così non è stato, ma una cosa è bene ribadirla ancora: Paul Feig e l'intero cast di questo nuovo Ghostbusters avrebbero certamente meritato una singola, piccola, stramaledetta chance. (in basso il trailer del film, anche in HD) [in collaborazione con il sito www.nerdevil.it] Arrivata alla quarta stagione, la prima serie Marvel tratta dal Marvel Cinematic Universe ha deciso di adottare un insolito schema narrativo e di suddividere in 3 parti le 22 puntate di Agents of SHIELD. Questa scelta atipica potrà essere giudicata solo al termine della stagione ma, considerando l'inizio, potrebbe rivelarsi azzeccata. Come si evince dal titolo queste prime 8 puntate hanno come protagonista un grande ritorno in casa Marvel, ossia il Ghost Rider, personaggio dei fumetti che fece la sua prima apparizione nel lontano 1972. Quello che si ha davanti agli occhi, però, non è il centauro che tutti (o quasi) conosceranno, non è Johnny Blaze, ma è Robbie Reyes, ultima incarnazione del Rider, apparsa per la prima volta sui fumetti nel recente 2014. La più grande differenza, quella che balza subito agli occhi, è il mezzo di locomozione: questa volta le ruote non più 2 come per i suoi predecessori, ma 4, e per la precisione quelle di una Dodge Charger del 1969. La narrazione di AoS riprende le fila ovviamente dalla precedente stagione, dopo gli Accordi di Sokovia attuati in Captain America: Civil War, e vede Daisy, alias Quake, ormai fuggitiva dal di nuovo legittimato SHIELD e dai nostri protagonisti, un nuovo direttore dell'agenzia al comando, la presenza degli Inumani ormai di pubblico dominio e il Dottor. Radcliffe alle prese con il progetto segreto AIDA (un Life Model Decoy...ossia un androide!). Qualcosa però, grazie alla “caccia” a Daisy sposterà l'attenzione della squadra anche su altro, qualcosa di misterioso e mistico che a sua volta ha attirato indirettamente anche l'attenzione di un nuovo assassino in quel di Los Angeles, ovvero il fantomatico Ghost Rider: umano, Inumano...o chissà cosa? Questo primo spezzone di stagione, in cui l'azione si sposta interamente sulla costa ovest Americana, fa capire subito, sin dai primi istanti, che non c'è tempo da perdere; le basi per tutte le storyline vengono gettate grossomodo sin dalla prima puntata, lavoro rischioso ma che riesce ad essere non confusionario attraverso dialoghi mai troppo prolungati e mai banali, con beneficio per l'azione. Ai gia numerosi personaggi ne vengono aggiunti altri di non minore rilevanza come il nuovo Direttore Mace, i già citati AIDA (Mallory Jansen) e Robbie Reyes (Gabriel Luna), il fratello Gabe (Lorenzo James Henrie) e lo zio Eli Morrow (Josè Zuniga); nonostante l'affollamento, tutti i protagonisti riescono a ritagliarsi il proprio spazio, riuscendo ad essere tutti a loro modo, chi più, chi meno, influenti ai fini della storia senza risultare presenze messe (o rimaste) lì a caso nella narrazione. L'alchimia tra gli attori veterani della serie era cosa già nota, ed i nuovi ingressi risultano ben intonati in questa assodata coralità. Tra le cose che hanno sempre reso Agents of SHIELD piacevole ed accattivante (oltre ai frequenti riferimenti all'MCU e alla “mitologia” Marvel che fanno leccare i baffi alle schiere di fan/nerd) c'è quel costante clima di doppio giochismo, la sensazione che qualcuno stia tradendo o abbia qualcosa da nascondere a qualcun'altro. Tale sensazione aleggia spesso nelle puntate, d'altronde dopo lo smascheramento dell'HYDRA all'interno dell'Agenzia e le questioni riguardanti gli Inumani, nessun nuovo ingresso è visto di buon occhio, e anche il nuovo Direttore non è escluso. Proprio quest'ultimo rappresenta una piacevole new entry nella serie: volutamente poco approfondito ed enigmatico, Jeffrey Mace (Jason O'Mara) è il personaggio dalle mille sfaccettature, colui che riesce a sorprendere in positivo ed in negativo nei momenti più inaspettati. Il nuovo Direttore è un elemento dal quale tutti aspettano di sapere ancora molto altro col passare delle puntate, ed il suo rapporto ben inscenato di amore/odio col sempreverde Phil Coulson è lo specchio di ciò che pensano gli spettatori. In concomitanza con l'uscita di Doctor Strange (forse un caso), ma soprattutto vista la presenza di Ghost Rider, in questo primo step della stagione si rivedono elementi apparentemente mistici e magici; in realtà questi furono solamente accennati nel passato della serie grazie a centellinati riferimenti al mondo Asgardiano di Thor... che poi “magico” a tutti gli effetti in realtà non è. Nelle primissime puntate si rimane spiazzati di fronte a determinate situazioni, ma lo show grazie soprattutto a due personaggi come Fitz/Simmons che per deformazione professionale “non possono” credere alla magia, riesce a fornire le dovute spiegazioni; certo, ci sarebbe qualcosa da ridire su come vengono esposte queste, infatti molte volte la rapidità con la quale vengono enunciati determinati tecnicismi scientifici non permette allo spettatore di capire con esattezza come/quando/perchè si sia arrivati ad una certa soluzione, costringendolo o a dare estrema fiducia alle parole dei nostri scienziati... o a premere rewind per riascoltare al rallenty la converazione. Detto ciò: “quindi di sovrannaturale non c'è nulla?” ...non esattamente! Un capitolo a parte merita il protagonista da cui prende il nome la parte1 di questa season 4; i maligni affermano che il personaggio di Ghost Rider sia stato inserito (e tenuto “nascosto” fino a poco tempo prima della messa in onda) per far tornare su gli ascolti della serie: la verità probabilmente è che Agents of SHIELD, con i suoi continui rimandi ed interazioni con i film dell'MCU si sia presa il rischio di voler far appassionare più gente possibile a seguire tutti gli show Marvel, finendo per “accontantare” solo i fan più accaniti e “regolari”. Dunque, perchè Ghost Rider? Perchè dopo i fallimenti sul grande schermo della Columbia (accompagnati da Mr. Parrucchino Nicholas Cage) la Marvel ha giustamente provato a rilanciare il suo anti-eroe...e si, se gli ascolti si alzano, tanto meglio! Così gli Studios sono riusciti nel compito di ridare lustro e fascino ad un Ghost Rider inedito, ed è Gabriel Luna ad interpretarlo sia in abiti civili sia in motion capture. Non era semplice introdurre il personaggio, sia in termini di sceneggiatura sia soprattutto in termini di messa in scena, ma il risultato riesce ad essere molto buono per il primo caso e soddisfacente per il secondo; la storyline del Rider è abilmente inserita nelle dinamiche dello SHIELD e col passare delle puntate viene pian piano alla luce il suo background (molto simile alla controparte cartacea), che permette di dare un certo spessore e di empatizzare col personaggio di Robbie Reyes senza ridurlo semplicemente al suo alter-ego col teschio infuocato. Interessanti e divertenti sono le reazioni del resto dei personaggi alla vista del Rider (d'altronde erano abituati ad Inumani e Asgardiani... ma non a questo) così come il rapporto con Robbie Reyes alla luce di ciò in cui può trasformarsi, e che loro non sono in grado di comprendere; a tal proposito, come da schema Marvel non mancano battute e momenti “leggeri”, che riescono tuttavia comunque ad essere meno invadenti rispetto ad altre grandi produzioni Marvel. Per quanto riguarda la messa in scena di Ghost Rider, non di certo semplice, c'è da dire che in generale Agents of SHIELD è sempre riuscita ad avere uno standard abbastanza alto in termini di effettistica (proporzionato ad un budget da serieTV, ovviamente) e anche in questo caso riesce a fare un buonissimo lavoro con il teschio-e non solo-infuocato impersonato da Gabriel Luna. Naturalmente il risultato visivo non può essere paragonabile a quello dei film precedentemente citati (almeno gli effetti speciali li impiegarono bene...!) , ma complessivamente questo Ghost Rider ha ben poco da invidiare al suo predecessore. -Nota di merito per la sua entrata in scena nella puntata di apertura: solamente intravisto dopo i primi 3-4 minuti – nominato tra lo scetticismo di tutti per quasi l'intera puntata – uscito allo scoperto con tutto il suo “ardore” negli ultimissimi minuti. Ottima scelta! Come già detto la stagione 4 di Agents of SHIELD non finisce certo qui, e il finale di questa prima parte lascia intendere che le minacce non sono affatto finite qui; se all'interno dell'agenzia pare che sia stato in gran parte ripristinato l'ordine, il pericolo potrebbe arrivare da qualcosa di inaspettato (o forse no?)... Appuntamento a gennaio con la seconda parte: LMD. Dopo il piccolo capolavoro/ cult Il Corvo (1994), il discreto Io,Robot (2004) e dopo il non molto entusiasmante ma “coraggioso” Segnali dal Futuro (2009), si sarebbe potuta azzardare l’ipotesi di un tonfo da parte di Alex Proyas…e il buon regista non ha voluto, di fatti, deludere le aspettative. Gods of Egypt è una pellicola d’avventura/azione liberamente ispirata alla mitologia egizia, avente protagonisti Dèi del calibro di Horus, Seth, Ra, ecc… Dopo i film sopra citati, caratterizzati grossomodo da ambientazioni dark o perlomeno tendenti al “cupo”, è il passaggio del regista a tonalità coloratissime e sgargianti (fin troppo) e ad un tripudio di CGI che in alcuni frangenti rasenta il fastidioso e che va a reinterpretare visivamente gli Dèi Egizi protagonisti della storia, in maniera piuttosto fantasiosa…e quantomeno discutibile: a metà tra le armature di Iron Man e i Transformers, tanto per rendere l’idea. Tralasciando la criticatissima scelta infelice, per ovvi motivi, di far impersonare Dèi e comuni mortali Egizi da attori caucasici (tra cui un Gerard Butler versione Leonida2.0 …ma stavolta cattivo, tanto per non far confondere il pubblico!) i problemi del film, personalmente, sono altri. Penso che nessuno fin dalla visione dei primi trailer si aspettasse una pellicola profonda e riflessiva attraverso la quale poter rivivere i gloriosi fasti dell’Antico Egitto; io stesso, in un pomeriggio in cui ero abbastanza stanco, ho intrapreso la visione di Gods of Egypt con la speranza che mi potesse tirare un pò su, divertire ed anche entusiasmare come solo alcune “americanate” da 150milioni di $ o più di budget sanno fare, ma è proprio qui che il film in gran parte fallisce. Quando in 127 minuti di azione e CGI ti ritrovi ad annoiarti in vari frangenti, è un lampante sintomo che qualcosa nel film ha evidentemente non funzionato; se poi la narrazione è intervallata da dialoghi stupidi e da battutine forzate (che non fanno ridere), come soprattutto tra il protagonista Horus (Jaime Lannister, al secolo Nikolaj Coster-Waldau) e il giovane innamorato Bek (l’inadatto Brenton Thwaites) …allora la frittata è inevitabilmente fatta! C’era molto più Egitto in Stargate di Emmerich (ambientato su un altro pianeta!), di cui ho avuto nostalgia durante la visione del film, che in Gods of Egypt, nonostante i tentativi di volerlo ostentare in tutti i modi. |
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Gennaio 2019
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