[in collaborazione con gli amici di www.nerdevil.it] Decimo film sui mutanti, terzo film su Wolverine, Logan è il nono film a regalarci ancora, un'ultima volta Hugh Jackman nei panni di uno dei personaggi più iconici ed amati dei fumetti (e non solo), ancora diretto da James Mangold, dopo The Wolverine (2013). Mettiamo un po’ d’ordine, dato che la cronologia della saga degli X-Men negli ultimi anni ha creato non poca confusione negli spettatori: la pellicola è collocabile in un futuro prossimo successivo agli avvenimenti di X-Men: Apocalypse, dunque slegata completamente dai primi 3 lungometraggi sugli X-Men e dai 2 precedenti spin-off, visti gli stravolgimenti temporali accaduti in Days of a Future Past (2014). Siete ancora confusi? Poco male, infatti per quanto possa sembrare incredibile, non è così azzardato affermare che Logan è un film da poter vedere autonomamente, un capitolo che per trama e tematiche non presenta particolari riferimenti vincolanti alle precedenti pellicole. Siamo nel 2029, i mutanti sono ormai solo un ricordo, diventati leggende da fumetti, ed uno stanco ed acciaccato Logan vive facendo l’autista e accudendo in segreto, con l’aiuto di Calibano (Stephen Merchant), un altrettanto sfinito e malato Professor X, creduto defunto da un anno. Ad un tratto si presenta lungo il suo cammino Laura, una ragazzina molto “simile” a lui, inseguita da una losca organizzazione chiamata Transigen, e per proteggerla sarà costretto ad una fuga lungo le strade più desolate d’America e a fare i conti, ancora una volta, anche con il proprio passato. Come avrete potuto capire, la trama di Logan non è delle più complesse ed è abbastanza lineare. Più che in un convenzionale cinecomic ci si ritrova immersi in una storia on the road dai tratti drammatici; è tutto cambiato, tutto diverso, a partire dalle toccanti musiche originali di Marco Beltrami, fino ad arrivare ad una fotografia grigia e malinconica in grado fornire ancor più spessore e solennità alla pellicola. Fa male vedere un Wolverine così: demotivato, disilluso e alle prese con quei problemi fisici che dopo più di un secolo di vita stanno segnando anche lui; è sconvolgente constatare che il tempo abbia segnato inevitabilmente anche una delle menti più potenti come quella di Charles Xavier, ma è quasi commovente osservare l’evoluzione che ha raggiunto il rapporto tra due personaggi così diversi tra loro. La caratterizzazione soprattutto psicologica dei protagonisti è fin troppo chiara e limpida, un duro colpo al cuore per chiunque sia seduto in sala, e permette di scoprire tratti finora inesplorati dei personaggi. Discorso analogo va fatto per l’annunciata new entry Laura Kinney (conosciuta anche come X-23), la cui personalità viene fuori gradualmente, attraverso un’interpretazione maiuscola della dodicenne Dafne Keen, che riesce a dare un’incredibile intensità ad un personaggio così enigmatico e sfaccettato. Sarà lei a dare un nuovo scopo alla vita di una persona che pare continui a vivere solo per inerzia; il suo rapporto con Logan risulta infatti come qualcosa di unico, differente da quanto visto nel primo X-Men con Rogue, un legame dai tratti tanto profondi quanto bizzarri in alcuni frangenti, che vede la luce anch’esso in maniera crescente tramite sequenze e situazioni girate con pregevole maestria. Qualcuno ce lo vede uno dei più violenti personaggi Marvel nelle vesti di tutore di una ragazzina? Molto probabilmente l’unico ad avere un briciolo di speranza che ciò accada è il Professore, il solo rimasto a poter spronare il suo vecchio allievo. Nei panni del villain, accompagnato costantemente da militari a suo seguito, troviamo Donald Pierce (Boyd Holbrook), agente della Transigen sulle tracce della piccola Laura. Pierce è una sorta di soldato, più braccio armato che mente, un personaggio dal background solo accennato, ma caratterizzato ed interpretato a tal punto da risultare minaccioso e soprattutto odioso fin dalle prime battute. Non il miglior cattivo visto fino ad oggi, ma senza dubbio quello di cui aveva bisogno questa pellicola; spietato, più di un semplice scagnozzo, è un individuo che farebbe di tutto, scavalcando anche i più elementari principi etici, pur di raggiungere i suoi obiettivi. Non sarà l’unico a dare filo da torcere ai protagonisti, ma è bene non rivelare più di quanto sia stato fatto dai trailer, per non rovinarvi gli inaspettati, e per certi versi sconvolgenti, colpi di scena. Logan è un film dannatamente completo, il capitolo perfetto di cui aveva bisogno Hugh Jackman per mettere la parola fine ad un’avventura iniziata ben 17 anni fa. All’uscita dalla sala si ha la piacevole sensazione di appagamento nei confronti del personaggio, la certezza di aver conosciuto tutti (ma proprio tutti!) i lati del mutante artigliato, soprattutto grazie all’anima che il buon Jackman ha riversato in quest’ultima interpretazione. La pellicola è carica di tensione fin dalle prime battute, tensione che raggiunge lo spettatore durante tutti i 137 minuti, permettendo di dare costante ritmo e vivacità a una storia dal giusto equilibrio tra azione e non, che fornisce il necessario spazio a tutti i personaggi, e di questo ne è la prova Calibano, risultando anch’egli incisivo nonostante il minutaggio ridotto. Non mancano anche i momenti divertenti, attentamente centellinati, mai fastidiosi ed in perfetta linea con il tono della pellicola. A completare il tutto, dialoghi profondi e mai banali, in perfetta sintonia con sequenze di combattimento quanto mai truculente e ben girate; ci troviamo senza dubbio di fronte al più violento dei film sui mutanti (il divieto ai minori di 14 anni ne è la prova), con spargimenti di sangue da far mettere le mani davanti agli occhi. Esagerazione? Assolutamente NO! La ferocia mostrata dal protagonista è semplicemente una conseguenza del suo stato d'animo, una risposta esasperata e quanto mai animalesca a tutto ciò che ha subìto (e subisce ancora) nel corso della sua vita, una brutalità più che giustificata. Ma se pensate che sia tutto qui (si fa per dire), aspettate di vedere in azione la piccola Laura, in perfetta sintonia con il protagonista e addirittura in grado di rubargli più di una volta la scena, a testimonianza dello splendido lavoro fatto con il personaggio e dalla giovanissima attrice. Sto esagerando? No, no e ancora NO, Logan è un film stilisticamente unico nel suo genere ed è senz'altro il miglior film sugli X-Men (accompagnato da Days of a Future Past); azione, serietà, profondita, pathos... come già detto, un cinecomic atipico, considerabile tale tanto quanto la trilogia Nolaniana di Batman possa essere definita cinecomic. All'uscita dal cinema gli spettatori si sentiranno interdetti, ammutoliti, con un inevitabile solco sul cuore... ma in fondo è giusto così. Tutte le avventure sono destinate ad avere una fine... e questo era senz'altro il miglior modo per rappresentarcela; il miglior e più intenso modo per permettere a Hugh Jackman ed al suo Wolverine di salutarci come merita, per un'ultima volta. (in basso il trailer del film, anche in HD!)
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[in collaborazione con il sito www.nerdevil.it] xXx è tornato! Xander Cage è tornato! Vin Diesel è tornato…Asia Argento NON è tornata, e questa è già una buona notizia! Sono passati quasi 15 anni da quando la saga di xXx, a metà tra 007, John McClane e Point Break (con una consistente dose di “tamarragine”) fece il suo esordio al cinema nel 2002, proseguita poi con il sequel del 2005 con protagonista Ice Cube che floppò nelle sale, facendo così temporaneamente e velocemente concludere la saga. Ma i tempi sono cambiati, Vin Diesel è cambiato (oltre ai 15kg di massa muscolare in più, è diventato garanzia di guadagno) ed era il momento giusto per far tornare in azione Xander Cage. Come prevedibile non siamo di fronte ad una trama particolarmente complessa e articolata: i cattivi sono in possesso di qualcosa che potrebbe sconvolgere gli “equilibri del mondo” e la CIA ha bisogno di un folle spericolato con particolari capacità che possa recuperarla. Perché non chiamare qualcuno con cui hanno già avuto a che fare e che già in passato ebbe successo? Ergo: prendete una minaccia, buttateci dentro Vin Diesel (con tanto di giacca “pelosa” e trash al seguito) e il gioco è fatto!…direi anche ben fatto, perché no. La pellicola come ovvio che sia parte in quarta, mostrando subito la banda con cui avrà a che fare il nostro (anti)eroe, e poco dopo vediamo Xander in una delle sue giornate tipo: sciata in mezzo alla foresta e corsa in skateboard a 120-130km/h…ordinaria amministrazione, insomma, d’altronde ci troviamo di fronte ad un campione di sport estremi (anche sport che probabilmente non esistono). Viene poi riproposto in maniera speculare anche lo sketch del reclutamento come nel primo capitolo, tanto per rinfrescare la memoria agli spettatori, ed è proprio dopo questo che ha inizio la missione che tutti stanno aspettando, ma più che altro ha inizio un nuovo film: xXx & Furious. Questa volta infatti (e NON è uno spoiler per chiunque abbia visto almeno il trailer) Xander Cage non agirà da solo, ma recluterà una propria “task force” di insoliti soggetti (d’altronde, per essere suoi amici…) da portare in missione al suo fianco. E’ inutile negarlo ma, aggiunti i tatuaggi e tolte le auto, possiamo trovare non pochi punti in comune tra questa pellicola e le ultime della saga di F&F: questa caratteristica però non necessariamente deve essere vista come un difetto, in quanto entrambi i franchise (soprattutto il più longevo) hanno acquisito una propria identità, ma più che altro come una mancanza di originalità, quello sì. Tornando alle new entry, alla nuova banda del protagonista, ci troviamo davanti a personalità completamente differenti, presentate in stile fumettistico come già visto in Suicide Squad: non mi soffermerò qui ad elencare nomi e caratteristiche, ma quel che conta è che, pur non essendo stati caratterizzati con un background particolarmente approfondito, questi riescono a risultare qualcosa di più di semplici macchiette (è già qualcosa, vista la presenza “ingombrante” di Vin Diesel) e a lasciare lo spettatore con la voglia di rivederli ancora in azione. A questi va aggiunta Nina Dobrev (nota per The Vampire Diaries), qui nelle insolite vesti della cervellona occhialuta informatica (figura tanto originale che ad oggi non manca MAI nei film d’azione), che insieme al resto del gruppo regala siparietti e sketch molto divertenti che si mescolano alla perfezione con il clima spensierato e “caciarone” della pellicola. Per quanto riguarda i “cattivi”, anche qui non siamo al cospetto di personalità particolarmente approfondite, ma merita senza dubbio di essere menzionato “Mr. Ip Man” Donnie Yen (recentemente apprezzato anche in Rogue One), protagonista di molte delle scene d’azione, inseguimenti e scazzottate a colpi di arti marziali del film: scene che ovviamente sono il piatto forte della pellicola. La qualità di alcune sequenze raggiunge infatti livelli piuttosto alti, tanto spettacolari quanto inverosimili, sia chiaro, ma d’altronde chissenefrega? Perché qualcuno dovrebbe entrare in sala a vedere Il ritorno di Xander Cage se non per questo? Fortunatamente non è tutto qui, e la trama riesce a regalare discreti colpi di scena, rovesciamenti di fronte e gradite sorprese, mantenendo sempre un ritmo sostenuto ed un alto tasso di adrenalina. Questo nuovo xXx è volutamente esagerato, al passo con i tempi (si è passati dalle musiche dei Rammstein ai DJ), con Vin Diesel (ormai lo stile-Toretto fa parte del suo essere e di quasi tutte le sue produzioni) e con il (buon) cinema d’azione senza pretese di oggi. Il Ritorno di Xander Cage è (l’ennesimo) esempio di cinema d’intrattenimento che riesce, nonostante tutto, ad attirare gente al cinema, gente a cui serenamente (come il sottoscritto) piace entrare in sala ed impostare il cervello in “modalità-trash “(nel senso più positivo del termine) per godersi uno spettacolo di testosterone, machismo (non mancano belle presenze femminili, come di consueto), azione ed esplosioni: se siete dei “palati fini” della settima arte o state cercando qualcosa di nuovo ed innovativo nel genere d’azione, rimanete serenamente lontani da questo film, ma se state leggendo questa recensione probabilmente non lo siete, e vedendolo vi renderete conto di aver trascorso una spassosa ora e quaranta. Potrete negarlo quanto volete, ma senza rendervene conto vi ritroverete ad uscire dalla sala forse addirittura “storditi” da tutta la baraonda, ma con un ghigno beffardo e soddisfatto stampato in faccia…aspettando il prossimo capitolo. (in basso, il trailer del film, anche in HD!) |
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Gennaio 2019
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