Dopo aver metabolizzato, non senza qualche sforzo, le nuove origini delle Tartarughe e di Splinter nel reboot del 2014 ed aver accettato la loro imponente stazza e la quasi invulnerabilità, contrapposte alla super tecnologica armatura di Shredder (tanto per pareggiare il confronto), mi sono avvicinato a questo sequel con buone aspettative...che, nonostante la presenza di personaggi celebri, per chi è cresciuto con la serie del 1987, come Baxter Stockman, Rocksteady e Bebop, Krang e Casey Jones, non sono state completamente realizzate... ma proseguiamo per ordine. E' passato un anno dagli eventi del primo episodio, i quattro fratelli verdi continuano a vivere nell'ombra come buoni guerrieri ninja, mentre il buon Vernon, in comune accordo con le Tartarughe ed April, si è preso tutti i meriti per aver sventato il piano di Shredder; quest'ultimo adesso sta per essere trasferito in una nuova prigione e, grazie all'aiuto dello scienziato Baxter Stockman, come era facile aspettarsi, riesce a scappare. Ma questa volta la nemesi dei 4 ninja non sarà da solo, perchè farà la conoscenza di Krang (un essere proveniente da un'altra dimensione) e di 2 strampalati criminali, mentre i nostri eroi avranno come spalla il buon Arrow/Casey Jones. Il clima puramente cartoonesco della pellicola (ovviamente intervallato da essenziali momenti più “profondi” e seriosi) ed il ritmo incalzante sono la vera forza del film: gli elementi in grado di far divertire i più piccoli, e di far tornare bambini i ragazzoni come il sottoscritto, cresciuti con il fantastico cartone TMNT del 1987. E' grazie a questa formula se i 112 minuti di questo sequel risultano gradevoli e spassosi, ma giunti al termine, si rimane con l'amaro in bocca, con la sensazione che ci sia qualcosa di incompiuto; è ammissibile che un villain del calibro di Shredder, seppur ben caratterizzato, lo si osservi all'opera per tutto il film... e che poi venga fatto uscire di scena in una manciata di minuti, ed in maniera becera, dopo aver indossato per la prima volta (dopo un'ora e mezza)! il suo caratteristico elmo? E pensare che questa volta avrebbe potuto mettere in mostra tutte le sue abilità naturali da combattente, non avendo a disposizione la “super armatura tecnologica” del primo film... I reali avversari in questa nuova avventura, risultano effettivamente essere le new entry Rocksteady e Bebop, seguìti da Krang, che sono le note positive della pellicola. I primi due riescono fedelmente a rendere omaggio alle controparti animate, regalando risate e begli scontri con le 4 tartarughe, in un tripudio di CGI ben realizzata, scazzottate e placcaggi degni di un rinoceronte ed un facocero. Discorso differente va fatto per Krang: il design del personaggio differisce dall’originale, ma in questo caso la “modernizzazione” non eccessiva dell’alieno (ed in particolare del suo esoscheletro) ha giovato al personaggio, regalandoci un “cattivo” di tutto rispetto che avremmo voluto ammirare con un minutaggio maggiore e che meriterebbe spazio anche nei prossimi film.. Capitolo Casey Jones: l'unica cosa che è possibile tollerare del personaggio interpretato da Stephen Amell è la diversa capigliatura rispetto all'originale (capelli rasati, anziché lunghi) ...ma un Casey Jones che indossa la sua caratteristica maschera da hockey per soli 5 minuti durante l'intero film, e che si ritrova a far da spalla solo ed esclusivamente ad April e Vernon, anziché alle tartarughe... assolutamente no! Personaggio completamente bocciato e, pensandoci bene, forzato e quasi totalmente inutile ai fini dello svolgimento del plot. Si rimpiange e non poco il buon vecchio Elias Koteas (Casey Jones nel film del 1990), che riuscì a valorizzare il personaggio. Insomma, le basi per un buon sequel c’erano tutte, e molte di queste, come l’ottima caratterizzazione delle tartarughe, con la loro voglia (in quanto adolescenti) di scoprire il mondo e di voler farne parte, e la perfetta alchimia tra di esse con April e Vernon, sono state le note positive anche di questo sequel; se poi aggiungiamo, come già detto, il buon lavoro fatto con Rocksteady, Bebop e Krang, e lo stile volutamente spensierato, divertente e caciarone della pellicola, ci si rende conto che si era proprio ad un passo dal realizzare un buonissimo secondo capitolo. Purtroppo però, non è ammissibile utilizzare così male un villain della caratura di Shredder, e non lo è, realizzare così malamente ed in maniera quasi svogliata un personaggio come Casey Jones. Tartarughe Ninja 2 – Fuori dall’Ombra non è da bocciare, perché del buono c’è …ma rimandato, decisamente si.
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Ecco The Vatican Tapes: l’ennesimo film su esorcismi, possessioni, ecc…magari anche in stile mockumentary, come le centinaia di pellicole uscite solo negli ultimi 10-15 anni?? La risposta è NI. Il prologo del film è interessante: in tutto il mondo stanno aumentando in maniera allarmante i casi di possessione, ed il Vaticano sta addirittura “istruendo” molti preti ad eseguire esorcismi. Poi l’attenzione si sposta su un nuovo “caso”, quello di Angela Holmes, interpretata dalla buona Olivia Dudley (non nuova al genere horror) con al seguito suo padre ed il suo ragazzo. Dopo qualche avvenimento alquanto “strano”, come succede in questi casi (un paio di morti, soffitti che crollano improvvisamente, episodi di ubiquità…cose così, insomma…) entra in scena la sorpresa del film AntMan, Michael Pena, che si dimostra abile anche in ruoli non comici, interpretando padre Lozano, che tenterà di scacciare il Male dal corpo della ragazza. La pellicola inizia con uno “stile” (cioè, il solito di tanti altri film del genere), prosegue, come già anticipato in apertura, attingendo a tratti dallo stile mockumentary … e fin qui nulla di nuovo… ma perlomeno nell’ultima parte, la storia di Angela regala una svolta quasi inaspettata per un film basato su possessioni ed esorcismi e porta ad un finale a metà tra Omen (1976) e Segnali dal Futuro (2009). So benissimo che questi 2 film citati non hanno a che fare l’uno con l’altro, ma guardando il finale del film ho avuto l’impressione di essere davanti ad un qualcosa a metà tra il prevedibile e l'eclatante...ma perlomeno, abbastanzza “diverso”. Per il resto, le scene di paura, per quanto non siano male, sono alquanto prevedibili (penso di averle previste quasi tutte) e Djimon Hounsou è sprecato per una parte così piccola, seppur intensa. The Vatican Tapes, per chi cerca un po di “brivido”, rappresenta un ora e mezza da passare 'tranquillamente' a casa, senza noia (...ci mancherebbe pure che un horror di 90 minuti risulti noioso...), con la consapevolezza di non aver speso 5, 7 o più euro per vederlo al cinema. P.S: c'è una cosa a cui penso sempre dopo aver visto un film sulle possessioni... ma un demone, un diavolo o chi per lui...non ha mai pensato di possedere il Presidente degli Stati Uniti o un leader politico di una certa rilevanza? ...si risparmierebbe gran parte della fatica! |
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Gennaio 2019
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