In pochi avranno sentito parlare di The Other Side of the Door, produzione anglo-indiana che ha visto la luce nelle (poche) sale italiane dal 21 aprile 2016; alla regia troviamo Johannes Roberts, cineasta non nuovo agli horror ed attualmente nelle sale con 47 metri.La storia si svolge nella suggestiva e caratteristica India ed ha come protagonisti Maria e Michael. Maria (Sarah W. Callies) è scossa, frustrata, sconsolata, e se in un primo momento il suo stato d'animo potrebbe essere giustificato con la decisione del marito di stabilirsi definitivamente in India (vorrei ben vedere) poco dopo si scopre la verità: il loro figlio Oliver è morto, e in famiglia sono rimasti in tre, con la secondogenita Lucy. E' passato del tempo ma per una mamma, si sa, è quasi impossibile lasciarsi alle spalle una perdita simile, questo fino a quando la loro domestica Piki non le suggerisce un modo per parlare un'ultima volta con suo figlio, così da permetterle di superare definitivamente il lutto... come ampiamente pronosticabile, non tutto andrà come previsto. Diciamolo, non è difficile immaginare che tutto quello da non fare verrà fatto, e se così non fosse metà delle pellicole di genere non esisterebbero. The Other Side of the Door chiaramente non ha particolari pretese, ma almeno pare sforzarsi nel non voler essere l'ennesimo mediocre horrorMovie-stereotipato, e lo fa alternando convenzionali -e per certi versi inevitabili- luoghi comuni a discrete trovate. Alcune reazioni che i bambini hanno negli horror ad esempio, come il non spaventarsi di fronte a fenomeni poltergeist, rimarranno sempre un mistero, ma per fortuna il regista ha anche altro da offrire...e non solo grazie ai piccoli protagonisti, che da sempre turbano maggiormente gli spettatori in pellicole analoghe. Infatti, tra cultura hindù, riti vudù di Kingiana memoria (Pet Cemetery), indigeni che sembrano usciti direttamente da The Green Inferno, ed una fotografia crepuscolare più che apprezzabile, Johannes Roberts riesce a regalare più di qualche brivido, e talvolta anche in momenti inaspettati e non scontati. L'ambientazione Indiana e le leggende locali in questione avrebbero forse meritato un approfondimento ed un'introspezione maggiore, così come anche la caratterizzazione dei due protagonisti, essenziale ma ridotta all'osso; il che rende parzialmente The Other Side of the Door un'occasione sprecata. Ma in fondo ciò di cui stiamo parlando è un film a basso budget, che nei suoi 90 minuti in un modo o nell'altro deve riuscire a dire tutto ciò che può, cercando di non risultare confusionale o nel peggiore dei casi, risibile. Il risultato finale è una pellicola tutto sommato godibile e non esclusivamente riservata ai patiti del genere. Quello in questione è un film che riesce ad intrattenere, un horror semplice che, seppur pervaso a tratti da quella sensazione di “già visto”, riesce a rendere perlomeno interessante un soggetto senz'altro non annoverabile tra i più originali. Assolutamente nulla di indimenticabile, ma The Other Side of the Door merita la sufficienza per aver almeno provato a regalare qualcosa di nuovo; un qualcosa che alla fine si risolverà in una bella serata passata con la giusta dose di tensione. (In basso il trailer italiano del film anche in HD!)
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Gennaio 2019
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