![]() Presentato in concorso al Festival di Cannes 2016, La ragazza senza nome è l'ultima fatica dei fratelli Dardenne, registi di origine belga. In uscita giovedi 27 ottobre nelle sale italiane, la pellicola narra le vicende di Jenny (Adele Henel) una giovane e stimata dottoressa ad un passo dal suo sogno di ricoprire un ruolo di rilievo in un prestigioso ospedale, che nel frattempo conduce il suo lavoro in un ambulatorio affiancata dallo stagista Julien. Una sera qualcuno suona al citofono, ma lei decide di non aprire in quanto gia passata un'ora dall'orario di chiusura dello studio; destino vuole che la polizia locale il giorno dopo le chieda i video di sorveglianza di questo, perchè proprio lì a pochi passi è stato ritrovato il corpo senza vita di una ragazza di cui non si conosce nulla, la stessa a cui lei non ha aperto la porta. Inizia così la ricerca della protagonista di identificare e dare almeno un nome alla vittima. Quello che all'inizio poteva aver la parvenza di essere un dramma psicologico, si trasforma in poco tempo in un improbabile dramma investigativo che spinge Jenny a scelte quanto mai improbabili, come la rinuncia del proprio sogno e l'invischiarsi pericolosamente in indagini che non le competono. Quella che poteva giustamente essere una curiosità spinta da un senso di rimpianto e da senso di colpa (d'altronde, al momento del misfatto lei sarebbe dovuta essere gia rilassatamente sdraiata sul divano dopo una lunga giornata di lavoro), assume man mano i contorni di una vera e propria ossessione, resa ancor più inverosimile dalla mancanza di approfondimento psicologico della protagonista: cosa ci viene detto di lei? Cosa sappiamo del suo passato? Cosa avrebbe potuto far scattare in lei questa voglia di espiazione? Di Jenny non viene detto praticamente nulla, la sua vita ci viene presentata come solitaria, senza famiglia e senza amici, se non per lo stagista Julienne... forse un po troppo poco. Tra la totale assenza di musiche, e ambientato tra le lunghe giornate di una grigia Liegi, La ragazza senza nome accompagna lo spettatore per quasi 2 ore (113 minuti) con un trama fin troppo lineare senza particolari guizzi e priva di tensione. Poco ha potuto fare la seppur brava Adele Henel con una sceneggiatura che lascia ben poche emozioni; un'occasione persa dai fratelli Dardenne per realizzare e mettere in scena quello che sarebbe potuto essere un drammatico ma affascinante conflitto psicologico. (In basso il trailer in HD del film)
0 Commenti
Lascia una risposta. |
#angolodelTacUn angolo fazioso dove trovare recensioni di film, serie tv...ecc rigorosamente NO SPOILER! @rchiviRecensioni
Gennaio 2019
Categorie |