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La stagione/revival si è appena conclusa col nono episodio (anche se per vederla nelle tv italiane bisognerà aspettare dopo l'estate) e si, è stato bello dopo 8 lunghi anni poter rivivere le avventure dei nostri amici di Fox River! Delle prime impressioni si era già parlato (link in basso) angolodeltac.weebly.com/blog/prison-break-5x01-ogigya-prime-impressioni-season-5-new e nonostante qualche piccola sbavatura qua e là, la prima puntata non prometteva affatto male; i rimanenti 8 episodi hanno mantenuto le aspettative?? ...qui c'è un fazioso che vi parla, e la risposta è: complessivamente SI! Non stiamo parlando di nulla di trascendentale, sia ben chiaro, ma scadere nel ridicolo era più semplice di quanto si possa pensare (come capitato per The Final Break con la fuga di Sara) e per fortuna ciò è stato evitato. Le premesse dell'inizio sono state tutto sommato rispettate, anche se rimane qualche “buco” irrisolto riguardo ciò che è successo da quando la serie ci aveva lasciato nel 2009: Lincoln (Dominic Purcell) menziona la sua ex ragazza, ma riferimenti non vengono fatti riguardo suo figlio (scusate se è poco); a Sucre (Amaury Nolasco), stranamente poco presente, non viene ritagliato il giusto spazio che probabilmente tutti si sarebbero aspettati e anche della sua famiglia, che tanto ci fece penare per il nostro “Papi”, non viene fatta menzione. Discorso diverso per T-Bag (Robert Knepper) che, nonostante i suoi contraddistivi viscidi atteggiamenti, è protagonista di un'evoluzione interessante; qualcuno la potrebbe definire “forzata”, ma alla fine della corsa risulta non così esagerata e tutt'altro che fastidiosa. Non mancano comunque le sorprese, nuovi personaggi, inaspettati legàmi, ed improvvisi risvolti di trama a cui Prison Break ha sempre abituato sin dal primo episodio trasmesso 12 anni fa, e quel clima di perenne tensione che ha sempre caratterizzato la serie è riuscito ancora una volta a tenere lo spettatore incollato allo schermo. Ma il fulcro di tutto è la famiglia, e non il nucleo famigliare madre-padre-figlio, ma famiglia intesa in senso più profondo e allargato (alla Fast&Furious, per intenderci) come gruppo di persone che che ne hanno passate tante insieme e sarebbero disposte a dar la vita l'uno per l'altra. Una famiglia (e non solo) contro un villain che ha aspettato qualche episodio prima di rivelarsi, una figura apparentemente celata, una potente ombra che vede e prevede tutto in ogni parte del globo terracqueo: Poseidon. Naturalmente parliamo di un nome in codice, un nome in codice di un personaggio assolutamente non rivelabile: il cattivo di questa stagione è discretamente caratterizzato, e più che nell'aspetto fisico ciò che spaventa di lui è la sua apparente onniscenza, le sue capacità intellettive, il suo essere estremamente calcolatore e la sua assoluta ostinazione. Non si toccano i livelli del Mahone (William Fichtner) della seconda stagione, tanto per fare un esempio; siamo di fronte a tutt'altra caratura in termini di eleganza e capacità di incutere timore, ma il Poseidon di questa season 5 in fondo non se la cava male. Dall'altra parte invece c'è lui, il redivivo Michael Scofield (Wentworth Miller), che ovviamente non è morto, e che mai riesce a sfuggire a cospirazioni ed intrighi più grandi di lui. Michael è a tutti gli effetti le nemesi di Poseidon e la loro guerra non è fisico, bensi psicologico, una partita a scacchi disputata sempre a debita distanza. L'apice del loro scontro si ha verso il finale di stagione, con un episodio che ha ricordato a tutti gli effetti l'iconico duello finale tra Sherlock e Moriarty in Sherlock Holmes-Gioco di Ombre: una perversa guerra psicologica atta a voler prevedere le mosse dell'avversario prima ancora che questo le abbia anche a malapena pensate; tutto estremamente pittoresco fino quasi all'inverosimile, ma in egual modo coinvolgente. In questo clima cospirazionista, con due “cervelloni” prime donne protagonisti è chiaro come non possano mancare esagerazioni, traducibili a molti come “forzature di sceneggiatura” ...ma Prison Break ha mai rinunciato agli eccessi? Assolutamente no, dunque perchè essere da meno con questa quinta stagione? Certo, gli spettatori avrebbero tanto voluto almeno una forzatura per veder spiegato il tumore di Michael nella stagione 4, ma sorprendentemente, nulla. “Era terminale!” esclama Sara (Sarah Wayne Callies) in una delle prime puntate una volta appresa l'opportunità che il suo Michael possa essere ancora vivo...e poi? Nulla! Eh no, questo in un modo o nell'altro dovevate spiegarcelo, cari produttori! Insomma, come già detto non siamo di fronte a nulla di particolarmente eccezionale, e piccole falle disseminate non mancano, ma questo revival avrà senz'altro fatto contenti i vecchi fan della serie: nove episodi ben ritmati che apparentemente (!!) hanno voluto chiudere una volta per tutte (??) le storyline dei nostri beniamini di Fox River; ma sarà davvero così?
In una intervista di qualche giorno fa il creatore della serie Paul Scheuring ha dichiarato: “Ci vuole una storia eccezionale. Non ci sono possibilità di un ritorno senza quella, e al momento non abbiamo niente in mano. Ci sono possibilità di trovarla, certo, ma questo significa anche che non faremo proseguire Prison Break solo perchè noi abbiamo voglia di farlo . […] Resto aperto all'idea di una nuova sagione ma solo con gli espedienti giusti.” Diverse invece le parole di Michael-Wentworth Miller-Scofield, che si è gia detto disponibile per proseguire con la serie; come volevasi dimostrare, dopo la presunta morte nella stagione 4, e dopo il finale chiuso della stagione 5, il mondo di Prison Break rimane sempre allerta, in attesa di poter tornare prepotentemente . . . ancora una volta.
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Gennaio 2018
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